Ansia

ANSIA DI UNA NOTTE DI META’ FEBBRAIO – Pensieri in libertà

Non sappiamo cosa scrivere.

Davide, non abbiamo nemmeno foto, cosa cazzo scriviamo?

Guarda che bel cane.

Selena ride.

La musica di sottofondo fa schifo. Un cane beve da un barattolo di fianco a noi.  Beve anche lui, stasera. Bevono tutti stasera. Cristo, fa davvero schifo ‘sta musica.

Dannata Bologna. Sei una dannata puttana. Sei una puttana, per giunta

dal prezzo inaccessibile. Cerchiamo casa da mesi in centro, ma costano tutte un rene e mezzo.

Voglio essere ricca.

Perchè le persone nei locali sono tutte fottutamente uguali? Occhiali tondi, frangetta, sciarpa anticonformista arrotolata come le spire di un boa constrictor su una gola dell’ennesima figlia di papà.

Il mio rossetto è comunque più rosso del loro, stasera.

Madonna, quanto siamo hipster a scrivere un blog in un locale pubblico il venerdì sera. Su un portatile. Mentre i nostri vicini parlano di gatti, sbronze e esami universitari probabilmente fallimentari.  Anzi, sicuramente.  Esami non superati.

Bologna vive di contraddizioni.  Punkabbestia che ti chiedono qualche spicciolo, per poi organizzarsi su dove comprare il fumo brandendo un Iphone nuovo di pacca. Soggetti che ti danno del borghese, se gentilmente declini la loro richiesta di una sigaretta.  Cultisti della birra artigianale che ordinano una Affligem al bar, solo perchè suona così tanto d’importazione.  L’esercito dello spritz, defecato male dall’ingranaggio arrugginito dell’ Alma Mater, che ti strattona dentro per la cravatta e ti sputa fuori a brandelli. Pensatori a voce alta, solo per farsi notare da altri pensatori nel tavolo affianco.

Bologna è un crocevia per le vite di molti, in It

alia. Una calamita dalla quale è impossibile sfuggire.

“Venite per la nostra università, restate per la nostra decadenza!”

Il cameriere si abbassa al tavolo per chiedere le ordinazioni. Non so se mi piace. O forse mi mette ansia.

Una falsa promessa di eterna giovinezza fra le birrerie popolate di trentenni del Pratello e il continuo ricambio di “sbarbe” che qualche facoltà umanistica può proporre. (“Finche si tratta di una canna tra amici, passi, ma quando ci sono di mezzo le sbarbe, non si sa mai come potrà andare a finire. – Enrico Fiabeschi.”)

(Selena sta brutalmente shazammando una canzone demmerda ballando demmerda.)

Se fosse ancora di moda, sarebbe l’esatta trasposizione di Montmartre durante la Gaia Apocalisse, la fin de siècle. Solo con più wifi, storie di instagram e scarpe di merda.

Ve lo dicono due che hanno gravitato tutta la vita sull’orlo dell’orizzonte degli eventi e ora non bramano altro che venire risucchiati nel vortice cariddeo della città.

Pure Cariddi mi tira fuori. Carrideo. Ma esiste almeno? E’ decisamente il Moscow Mule a parlare.

Bologna è un buco nero. Se accetti il pre

zzo della spaghettificazione dell’anima forse smetti di sentirti solo.

Aiuto, abbiamo perso Davide nella spirale dell’autocompiacimento. Come minimo ora si mette a citare uno dei due Stephen. O King, o Haw-king.

Come dice sempre Stephen Hawking:  “The past, like the future, is indefinite and exists only as a spectrum of possibilities.” Danziamo sull’orlo del fallimento, dove il passato è un guazzabuglio di scelte sbagliate in cui cresce il tumore del timore futuro.

Porca troia Conva. Bona.

Va bene. Basta.

Sele, sapevi che il cazzo dei tapiri è prensile?

Eh sì, possono anche mangiarci.

Che bestia meravigliosa il tapiro.

Grazie a Dio è venerdì. – Stephen Hawking

Davide Selena Stephen Hawking

 

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