Ansia

Canto di Capodanno – Prologo

E’ la mattina del 31 Dicembre 2018.

Ve lo giuro, vorrei alzarmi, ma una strana forza mi mantiene incollato al letto.

Il troppo lavoro di questo inverno deve avermi spezzato, finalmente.

Con uno sforzo disumano mi districo dal bozzolo di coperte.

“…de”

Una voce. Chi ha parlato?

Devo essermi sbagliato.

Con le movenze di un gatto su un Roomba traslo verso la cucina per mettere la moka sul fuoco.

“Ah, gloria a te Moka, baluardo delle tradizioni e simbolo della lotta contro il logorio della vita moderna! Oggi il caffè lo bevo con calma, aspetto e guardo che esce! Fanculo le cialde!” le sussurro dolcemente nel beccuccio.

“..ide?”

Aspetta, questa volta sono sicuro di aver sentito qualcosa.

Controllo il telefono, sai mai che mi sia dimenticato acceso ancora una volta i video ASMR dei massaggiatori cosmici di testa indiani.

“…vide?”

No, gli indiani sono al loro posto.  E fa troppo freddo, impossibile che il vecchietto del piano di sopra riesca a muoversi, ci sono un paio di leggi della termodinamica che lo separano dal mio pianerottolo.

Sento le voci adesso? Vi prego, non sono pronto per la beatificazione!

“Davide.”

Santoddio, mi ha chiamato per nome! Poltergeist? Annunaki? Patrick Swayze che vuole scopacchiarmi un’ultima volta?

“Davide, sono qui.”

“D-dentro di me?”

“Diciamo di sì.”

“S-sei la mia coscienza?”

“Non diciamo puttanate Davide, tu non hai una coscienza.”

Sentendomi parzialmente sollevato dalla rivelazione, provo a tastarmi lo stomaco.

“Ti posso assicurare che non sono lì.” dice lo spirito. “Hai la pancia già abbastanza piena di schifo.”

Un po’ perplesso, abbasso lo sguardo e controllo più in basso.

“Davide, SANTO CIELO, lasciatelo stare almeno alla mattina!”

“Palesati, spirito! Non mi avrai proprio oggi che è l’Ultimo dell’Anno! Oggi sono in ferie!” Afferro la Moka con fare minaccioso e la sventolo come un maglio. “Attento, è carica! Spettro maledetto, esci da casa mia!”

Sento gorgogliare dentro di me. Le immagini di Alien si susseguono veloci nella mia mente.

“Ho capito, la frattura nel tessuto spazio-temporale che hai causato ha fatto più danni che resto.” sibila l’entità.

Ormai sono veramente al limite.

“Spettro che abiti il mio piloro, di che parli? Frattura Spazio-Temporale? Cosa avrei combinato stavolta?”

“Sono nella tua testa, imbecille. E no, non sono uno spettro, ma il frutto di una fluttuazione quantistica generato dall’intersezione di superstringhe di tre universi tangenti. Però su una cosa ti dò ragione: sono qui per causa tua.”

“Ma ancora devo cagare e già ho fatto collidere tre universi?”

Le budella ormai mi tremano a non finire. Sento qualcosa salire, qualcosa che ribolle e che spinge.

“Basta Davide.” risponde lo spettro. “Cercherò di assumere una forma a te conosciuta per spiegarti meglio. Vai al PC, io proverò ad inserirmi nel sistema interfacciandomi ad un sito internet familiare.”

Non avendo altra scelta, mi siedo alla scrivania.

“Spettro, per favore, io inserisco un sito, ma tu non guardare la mia cronologia, ok?”

“Io sono un’entità che vive al di fuori del tempo, come potrei mai scand…DAVIDE, COSA CRISTO E’ QUELLA ROBA?

Digito velocemente il sito sulla tastiera, vergognandomi come la rucola fra gli incisivi.

“www.burroeansia.it” …. INVIO.

Una forte scarica elettrica mi pervade, gli avambracci sono percorsi da lampi intermittenti mentre lo schermo del PC comincia a mandare bagliori come una palla da discoteca.

“…Davide?”

Un’altra voce?

Mi sembra davvero familiare stavolta.

“Davide…”

Un volto ora mi guarda da quel sito. E parla.

“Davide hai scritto qualcosa per il blog?”

 

(Continua.)