Ansia,  Le nostre ricette

UN GERANIO NEL DESERTO

Lo ammetto, è un mio limite, sono una persona piuttosto impegnativa.

Ho scritto giusto, non “impegnata”, “impegnativa.”

La scorsa settimana, in una discussione riguardante i rapporti interpersonali e le necessità che ne scaturiscono, è saltato fuori il lampante paragone con la crescita di una pianta o di un fiore.

“Io sono un cactus.” disse lei.

Non è decisamente in cima alla lista dei complimenti che pensi possano essere apprezzati da una ragazza. Sono ben convinto che se mai dicessi ad un primo appuntamento ‘sei bella come un cactus’, mi troverei in men che non si dica a mordere il marciapiede con delle scarponate sulla nuca.

“Ho bisogno di poca acqua e di poche cure.” aggiunse. “Ho un basso regime di consumo.”

Ed è con una nota di orgoglio che lo ammette. E’ effettivamente qualcosa di cui andare fieri. Ecco, io una tale autarchia penso di non poterla raggiungere nemmeno nei miei sogni più sfrenati.

“Ma io quindi che pianta posso essere?” chiesi.

“Tu? Tu sei un geranio.” rispose.

Una pura iniezione di mascolinità e testosterone, senza ombra di dubbio.

“Sei un geranio d’estate. Nel deserto.”

Il geranio non è decisamente una pianta meravigliosa, diciamocelo. Non è un’intrepida rosa, non è una splendida orchidea, non è un delicato glicine. Il geranio ha questi fiori appallottolati che non seguono nemmeno la sequenza di Fibonacci. Fioriscono a caso. Sembrano dei testicoli floreali. E per giunta devi annaffiarlo tantissimo. Cazzo, appena ha la terra del vaso secca quello comincia ad appassire. “Due volte al giorno almeno, d’estate.” dice internet.

Ed io che cresco in un deserto? Come faccio a bere? Chi può darmi tutta quest’acqua? Invidio voi cactus, voi persone autosufficienti, voi persone che trasformate il minimo indispensabile in qualcosa di meraviglioso e duraturo. Siete la gioia dei sistemi della termodinamica.

Ma allora perché dovrebbe esistere un organismo così inadeguato alle condizioni avverse della società moderna? Perchè dover investire così tante energie e acqua in qualcosa di così fondamentalmente inefficiente?

Ebbene, è venuto il momento anche per i gerani di trovare un senso, uno scopo, la gloria che si meritano. Secondo il linguaggio dei fiori, il geranio è simbolo di amicizia, di affetto, di supporto. Questo facciamo, io e i miei fratelli gerani. Questo vi diamo ogni volta, e sempre vi daremo. A differenza di un cactus, coi loro rari e intangibili fiori, noi ci saremo sempre, a darvi l’affetto che vi meritate. Ma soprattutto teniamo lontane le zanzare. E lo facciamo in silenzio, con passione, senza chiedere nulla in cambio se non la vostra acqua. Abbiamo l’onore di proteggervi. 

E su questo potete contare sempre.

Io, oggi, mi innalzo con loro, assieme alle loro palle di petali e alla loro palette a cazzo di cane. Di fronte a questa società che non comprende il nostro ruolo, che ci vorrebbe cactus e in cui l’acqua scarseggia sempre di più, in cui veniamo scambiati per deboli solo perchè siamo incaricati di una missione di protezione, eroi non celebrati nell’incessante guerra di una umida estate vampirica.

Noi non siamo personaggi secondari. Noi gerani siamo attesi nel Valhalla!

Noi non ci faremo mai più mettere i piedi in testa da questa società cactus-centrica.

Noi oggi restiamo uniti per gridare con un’unica voce.

Gerani, fratelli miei! Vedo nei vostri boccioli la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore. Ci sarà un giorno in cui il coraggio dei gerani cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, in cui l’acqua verrà meno, ma non è questo il giorno! Ci sarà l’ora dei cactus e dei vasi frantumati quando l’era degli gerani arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest’oggi combattiamo per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra.

Vi invito a resistere, Gerani dell’ovest!”

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Selena: “Ma hai veramente scritto un articolo in cui inciti una rivolta dei gerani?”

Davide: “Ehm, credo sì.”

Selena: “…sono anche io un geranio, vero?”

Davide: “Sì.”

P.s.: “Tornando a casa, troverete i gerani. Date loro una carezza e dite: “Questa è la carezza di Davide”. Troverete forse qualche lacrima da asciugare. Abbiate per chi soffre una parola di conforto.” – Papa Davide XXIII.

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Bravo Davide, è davvero tutto molto toccante. Ora che mi sono depressa a pensare ai noi poveri gerani che aneliamo acqua in un deserto di sentimenti tocca a me. A me l’ingrato compito di concepire una ricetta da allegare a questa tua divagazione. Siamo pur sempre dei foodblogger seri. Molto molto seri.

Diamo acqua a questi gerani.

ACQUE AROMATIZZATE

  • cetriolo

     menta

     zenzero

  • mirtilli

    rosmarino

    limone

  • pesca

    timo

E’ stato un esperimento, combinare diversi elementi e metterli in infusione per aromatizzare l’acqua. Da bravi Moscow Mule addicted, Il primo è una specie di virgin mule. Davvero, davvero una figata. Anche il terzo non è male. Il secondo coi mirtilli è stato leggermente fallimentare, i mirtilli non si sentono per nulla. Vi consiglio di provare con i lamponi.

Mi raccomando, contro l’estate e il disagio che incombono, idratatevi.

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