Ansia

LE METAFORE DELLA MIA VITA – PARTE 1

E’ appena passato Giugno, la gente comincia già ad andare in ferie. E il mio capo non fa eccezione, è a Mykonos per un’intera settimana.

L’ufficio è nelle mie mani.

Mentre continuo imperterrita a districarmi tra mille lavori ed impegni ho anche il compito di presenziare agli appuntamenti. Da sola. Che professionista, eh?

Martedì, ore 11:00, day one: ho il primo appuntamento in comune.

Decido di voler apparire come una persona quasi seria e mi vesto bene, un paio di pantaloni leggeri e una maglietta carina. Tutto molto tranquillo, un caffè prima di uscire dall’ufficio e sono pronta.

Ma così è come finirebbe la storia per una persona normale.

Una persona normale prenderebbe il caffè e andrebbe al suo appuntamento e tutto filerebbe liscio.

Io non sono normale.

Io prendo il caffè e mi sporco. Una macchia, una padella marrone sulla mia maglietta carina, proprio sotto al collo, sul davanzale. Lo tampono con un fazzoletto, ma la spando ancora di più.

Cambiarsi non è nemmeno da prendere in considerazione, non ho tempo ovviamente. Rimpiango il fatto che faccia caldo, non ho nemmeno un foulard e i miei capelli non sono abbastanza lunghi.

Poi, sapete, non ho nemmeno delle tettine che passano inosservate, figurati se non cade l’occhio proprio lì.

Rassegnazione.

Decidendo di andare all’appuntamento così come sono partono quelle scene pietose in cui cerco di nascondere la macchia con la borsa o con la mano tenuta strategicamente a mezz’aria.

“Le luci sono così gialle, nessuno se ne accorgerà!”

“Magari posso chinarmi ad allacciarmi le scarpe per due ore, passerò sicuramente inosservata!”

“Parlare rivolta al muro! Sì, sì, potrebbe andare!”

“Uhm, e se ci fosse un’eclissi totale proprio adesso?”

“Magari l’impiegato è cieco.”

“E se mi cadesse un cocomero davanti tipo Magritte?”

“Dio, ti prego, fa’ comparire un fulmine globulare esattamente davanti alle mie tette!”

Ecco, questa è un pochino una metafora della mia vita. Una macchia proprio quando meno te lo aspetti. Quando meno ne hai bisogno.

La disperazione di tamponarla.

Ma non preoccuparti, Selena. A testa alta, sorridi e vai avanti. Non è successo niente.

Non è successo niente.

Niente.

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