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“Sua maestà la pasta”!

Cosa accade quando ci “reinventiamo”?
Dapprima può sembrare un modo di rinnegare le proprie radici, ma noi siamo di tutt’altro parere: reinventarsi è la chiave per esprimere la nostra vera natura.

Jacopo Levagnini, 28 anni, questa sera ha saputo mostrarci con quanta passione è riuscito a trasformare la sua Casa Elvira.

Nasce a Castemaggiore come bar-trattoria, ma il giovane chef ha voluto spingere il locale oltre i suoi stessi limiti: la sua grande dedizione per la sperimentazione e la cucina gourmet hanno preso vita in una degustazione dal titolo “Sua Maestà la Pasta”.

È appunto la pasta il filo conduttore di tutta la serata, che ci ha guidati attraverso la fantasia di Jacopo, il supporto della sua amorevole famiglia e gli abbondanti calici di vino: ogni ‘atto’ della sua opera è stato sapientemente incorniciato dalla sommelier Serena Amaduzzi, che con precisione ci ha narrato ogni bottiglia portata al tavolo.

Si parte con una vellutata di zucca con mele tostate, nocciole e caviale di lamponi: un perfetto gioco di consistenze, attraverso  la croccantezza delle nocciole e dei crostini al burro e la cremosità della zucca.
Il calice d’apertura è un Franciacorta Antica Fratta Brut non millesimato, che con la sua fragranza e il suo retrogusto fruttato si sposa molto bene con la delicatezza del piatto.

La seconda portata sono dei tagliolini al grano arso con ragù bianco di coniglio, composta di taggiasche e aceto balsamico: se si potesse fare un articolo “onomatopeico” in questo momento sentireste un “Aaaaah” di soddisfazione. A nostro avviso è stato il vero protagonista della serata: la cottura era perfetta, il ragù donava alla pasta una texture incredibile. Pensate, siamo perfino riusciti a fare il tris.
Un garbatissimo Soligo Chardonnay dai sentori di mela ha delicatamente accompagnato questa delizia.

Con il piatto successivo, Jacopo ha deciso di osare ancora di più: reinterpreta la pasta alla Norma farcendo dei paccheri con le melanzane, polvere di liquirizia, ricotta di bufala affumicata e coulis di datterini. Forse mancava un po’ di immediatezza, ma si è trattato di un esperimento nel complesso riuscito.
Le bollicine proposte sono quelle rosate del Lumera di Donnafugata, dalle note fruttate di fragoline di bosco.

Si chiude con un ricco tortello di patate e strolghino: una conclusione dalle note autunnali date dalla vellutata di castagne e briciole di pane al tartufo nero sulla quale erano serviti. 
L’ultimo abbinamento è un vino rosso: un elegante Valpolicella Classico di Domini Veneti – collezione Pruviniano. Non solo ottimo e persistente al palato, ci siamo decisamente innamorati della sua etichetta.

L’evoluzione di Casa Elvira si prospetta inarrestabile: con Jacopo e la sua fantasia al comando il ristorante saprà donarvi momenti piacevolmente inaspettati, dagli immancabili piatti tradizionali ai più ricercati.

Possiamo solo augurare a tutto il team di Casa Elvira un enorme in bocca al lupo, non vediamo l’ora di farci sorprendere di nuovo!

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