Ansia

Horror vacui

Un groviglio, in fondo alla gola, che non sale né scende.
Una lama gelida che incalza sotto lo sterno e preme fino a togliere il fiato.
Una coltre di torpore fredda e ovattata che sovrasta ogni pensiero, una stanchezza che nemmeno il sonno riesce a cancellare.
Le dita ricevono un impulso che cercano di interpretare, un ultimo segnale cifrato ormai impossibile da tradurre. É un calore che si allontana, scivola via nelle pieghe del tempo e dell’anima.
Il corpo perde ogni stimolo a reagire. Diventa un’armatura arrugginita, uno scrigno per l’inquietudine.
La sagoma di quel ricordo premuto nella mente non è nient’altro che un simulacro di qualcosa che non c’è più.

É difficile descrivere l’assenza. É come tentare di dipingere l’invisibile, o catturare qualcosa che è già sfuggito. Si possono descrivere gli effetti della mancanza, ma è impossibile raccontare il vuoto.
Inevitabilmente prima o poi tutti veniamo a provare quelle sensazioni: un rifiuto, una scomparsa, un fallimento o un abbandono. Inesorabile, quasi matematico, si lasciano il vuoto alle spalle, una sostanza in cui non si può nuotare né affogare.
Ci fa perdere lo scopo, toglie il senso alle cose che facciamo. Il vuoto ci lascia intrisi di un’esistenza fine a sé stessa.

Ehi, non volevamo intristirvi. Non oggi, almeno. Cerchiamo solo di fare ciò che ci ha sempre condotto fin qui.
Raccontarvi una storia.

“Natura abhorret a vacuo”, la natura rifugge il vuoto. Non siamo di certo noi i primi a dirvelo. E dall’alba dei tempi l’uomo ha sempre cercato di fare ciò che gli riesce meglio: colmare gli spazi.

Quando ci chiedono “Perché avete aperto un blog di cucina?”, rispondiamo “Per colmare qualcosa.”
Tre anni fa, nel 2017, Burro & Ansia nacque dal vuoto. Le nostre vite si sono irrimediabilmente trovate a scontrarsi contro uno scoglio davvero insormontabile. Rifiuto, scomparsa, fallimento e abbandono. Non staremo ad ammorbarvi con i dettagli, non è una storia strappalacrime la nostra.
La nostra è la storia di chi quel formicolio nelle dita è riuscito a tradurlo, di chi ha saputo reinterpretare gli spazi vuoti riscrivendoli, di chi nell’assenza ha visto un’opportunità.
Noi siamo un po’ fatti così, non abbiamo creato tutto questo per suscitare facili sentimenti nei cuori dei millennial, o per metterci in mostra grazie allo status di “food blogger” che suona così tanto bene.
Lo abbiamo fatto per dimostrare a tutti, noi stessi per primi, che se si ascolta attentamente, si seguono i contorni degli spazi vuoti e si crea un calco della cavità che dimora nel nostro animo, si può sempre fare di tutto questo disagio una buffa bandiera, che sventola orgogliosa risospinta dall’angoscia che ci contraddistingue, piantata sopra lo scoglio che ci aveva fermato.
Nel giorno del nostro terzo compleanno vogliamo ricordarvi questo: non concentratevi su ciò che non c’è più. É impossibile da guardare un puzzle a cui manca un pezzo, vi sfidiamo a farlo. Buttate via tutto, e ricominciate. Scattate una nuova foto, riempite una pagina bianca con quello che non avete mai raccontato a nessuno oppure, se volete, seguite il nostro esempio: cucinate qualcosa. L’importante è che non vi fermiate mai.
Perchè dopo tutte queste belle parole non è che si possa tralasciare uno stomaco vuoto che brontola per la fame.

B&A, riempiamo pance e spazi dal 2017.

Bonus pic del regalo che vorremmo: no fiori ma mazzi di arrosticini.

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